Quest’oggi mi voglio rivolgere a chiunque abbia voglia di leggere e di ascoltare, sperando che questo mio scritto possa fare davvero la differenza per qualcuno oltre che per mia figlia.
Anche quest’anno ci ritroviamo a combattere per un diritto sancito da una normativa chiara e che invece continua ad essere presa sottogamba. Sto parlando della famigerata gita scolastica o uscita didattica o viaggio di istruzione.
Una cosa che ho capito perfettamente è che ai genitori degli altri bambini non interessa davvero per niente conoscere le difficoltà dei bambini con disabilità e delle loro famiglie. Non gli interessa sapere come viviamo, nè cosa dobbiamo affrontare dal momento della diagnosi in poi. Di quante battaglie dobbiamo affrontare e con quanti mulini a vento dobbiamo scontrarci.
Lo scorso anno abbiamo ricevuto comunicazione della gita scolastica di prima elementare pochi giorni prima della sua attuazione. Una gita incompatibile con la disabilità di mia figlia. Abbiamo avvisato tramite Pec il dirigente scolastico e a voce gli altri facenti funzione e in pratica ciò che è emerso è che ormai era tardi per fare diversamente. Ho chiesto gentilmente che venissero proposte soluzioni differenti per questo anno scolastico ma è stata riproposta la stessa gita. Fotocopiata, senza minimamente tener conto di mia figlia o di tutti gli altri bambini con disabilità della scuola.
Gli altri genitori gioiosi e felici hanno dato l’adesione dopo il mio dissenso e il mio chiarimento sul fatto che quella gita non è inclusiva per mia figlia, ma evidentemente l’argomento non era interessante per nessuno. Anzi, ho ricevuto risposte del tipo “Tanto vince la maggioranza… non ti ascolterà nessuno.”
Io ho risposto che se non vogliono ascoltare me, ascolteranno la legge. Perché abbiamo delle leggi che ci tutelano e se la scuola dimentica che esistono, allora dobbiamo combattere per farle applicare così magari, in un futuro non molto lontano, inizieranno a ricordarsi che esiste una normativa e che al di fuori del loro piccolo mondo perfetto ci sono persone che conducono esistenze tempestate di difficoltà. Vorrei svegliarmi una mattina e non dover iniziare la giornata scontrandomi col mondo per vedere rispettati i diritti basilari della mia bambina. Finché avrò fiato in corpo continuerò a perseguire la via dell’inclusione sia a scuola che nella vita di tutti giorni perché è l’unica soluzione accettabile in un mondo civile.
Siamo tutti diversi e unici e proprio questo dovrebbe farci capire che siamo ugualmente importanti. Siamo noi genitori a dover veicolare il messaggio corretto e far capire ai bambini che “tutti insieme è più bello perchè gli amici e i compagni di classe fanno così”. Non è difficile, basta solo recuperare l’umanità che la maggior parte delle persone ha gettato nella spazzatura in cambio della modalità “arraffo tutto quello che capita e non me ne importa nulla degli altri”.
Io auguro a tutte queste persone di non dover mai vivere la preoccupazione di vedere i diritti dei propri figli calpestati. Di non essere guardati storti perchè “quella è la rompiscatole che non vuole fare andare i bambini in gita”.
Non importa che tipo di disabilità accompagna i nostri bambini, c’è sempre qualcosa che si può organizzare affinché la scuola sia realmente inclusiva e sia d’insegnamento per tutti.
Il percorso scolastico dovrebbe preparare i bambini e i ragazzi alla vita, una vita di cui tutti facciamo parte. Non c’è un noi e un loro, siamo tutti qui, tutti insieme e ognuno con le sue peculiarità utili ad arricchire coloro i quali vivono realtà diverse.
Voi sapete che rumore fa il cuore di una madre che si infrange? Questo pomeriggio ho letto a mia figlia il programma della gita, senza commentare e cercando di rimanere imparziale. E’ scoppiata in lacrime e mi ha detto “Per favore non farmi andare, questa gita non va bene per me”. Lei ha 7 anni e lo ha capito da sola, gli adulti invece non ci sono minimamente arrivati.
Abbiamo una Costituzione bellissima che è costata sudore e sangue di uomini valorosi e abbiamo un articolo 3 che recita esattamente tutto ciò che ci occorre sapere:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
E allora applichiamolo!
Io non so se prima o poi qualcosa cambierà ma continuerò a cercare di avere giustizia.
Se vi interessa approfondire l’argomento, trovate tutto qui:
Uscite didattiche e disabilità: come e quando pianificare le gite per non escludere nessuno?