Abbiamo trascorso il weekend alla ricerca di spazi verdi e di silenzio. Ultimamente stiamo risentendo maggiormente del problema del sovraccarico sensoriale di Matilde. Lei che è sempre loquace, divertente e incredibilmente chiacchierona, spesso sta dando segni di stanchezza per rumori, odori e presenza di persone. 
Questa è la definizione di sovraccarico sensoriale: ” Si parla di sovraccarico sensoriale quando uno o più sensi del corpo percepisce una sovrastimolazione dall’ambiente esterno, che può essere naturale (ad esempio esposizione a forti raffiche di vento) o indotta artificialmente (ad esempio esposizione ai forti rumori di un cantiere o costrizione in tecniche di tortura).” Nelle persone con autismo è un vero e proprio problema che può essere accentuato dalla presenza contemporanea di più stimoli e può sfociare in comportamenti difficili da gestire a causa del forte stress e dell’ansia generati proprio dall’eccesso di stimoli.
E’ importante identificare quali attività riescono ad abbassare i livelli di stress e, per il momento, ciò che la aiuta maggiormente è il gioco libero. In qualche modo inventare le sue avventure con i giochi che preferisce, senza interferenze e senza eccessivi rumori intorno la aiuta a ritrovare la calma. Anche stare in campagna in mezzo al verde riesce in qualche modo a rasserenarla.  
Ovviamente non si può cedere totalmente alla tirannia dell’autismo quindi ogni tanto bisogna sforzarsi di uscire comunque e svolgere le attività prefissate per cercare di aumentare la soglia di sopportazione. Ieri però abbiamo fatto cilecca e di brutto. Perché come sapete bene non è che sto qui a raccontarvi che siamo sempre organizzati e pronti a tutto. 
La mattina siamo andati a messa e già Matilde (che solitamente va volentieri) ha mostrato i primi segni di dissenso. Subito dopo la c’era un servizio funebre e la chiesa si è affollata in pochi attimi senza che potessimo uscire immediatamente. Recuperata la via di casa, sembrava che i problemi fossero parzialmente rientrati.
Pranziamo senza difficoltà e poco dopo (verso le 15 in modo da scongiurare la presenza di ressa) usciamo per andare ad acquistare una giacca pesante per Matilde. Nonostante l’acquisto sia stato fatto in tempo di record, anche qui ci sono state nuovamente lamentele, mutismo e sguardo perso. 
Saliamo in macchina e le chiediamo se abbia voglia di andare alla Pineta per fare merenda. La risposta “Si, ma esprimo un desiderio: voglio che ci siamo soltanto noi”. E qui lo scoramento prende il sopravvento e le spiego che la domenica potrebbero esserci tante persone ma che cercheremo un posto poco affollato per mangiare. Arriviamo e ovviamente c’era tutto il paese.
Di solito salire sull’altalena la rasserena, ma non se ci sono altri bambini che salgono accanto e sembra vogliano fare il giro a 360 gradi.
Prendiamo la merenda e scappiamo nella parte bassa, nel folto del bosco. Credo che, di tutta la giornata, quello sia stato il momento in cui ha potuto rilassarsi e giocare senza troppi pensieri e fastidi. Curiosando tra le foglie, guardando le radici degli alberi e osservando le farfalle.