Dovrebbe essere arrivata la tanto agognata primavera. Ma dov’è?
“Mamma guarda! C’è la nuvola maligna!”
Non so se conoscete lo show televisivo “Il villaggio di Hello Kitty”. Non è un cartone animato, ma uno show appunto in cui i personaggi e i fondali sono fatti col pongo e la storia in cui si muovono viene raccontata da una voce fuori campo.
Matilde ha iniziato a parlare dopo i 4 anni e il ricordo delle immagini di Hello Kitty che si muove e compie delle azioni ma emette solo dei suoni è, per me, un ricordo dolce amaro. Un figlio che non parla ma che non ha disturbi all’apparato fonatorio e uditivo è sempre un’incognita. Potrebbe parlare oppure no. Hai il 50% di possibilità, è poco ma è sempre meglio di un no al 100%.
Dover interpretare segnali di fame, stanchezza, malattia è complicato. È come doversi occupare perennemente di un neonato e nessuno di noi è stato addestrato per questo.
Noi possiamo dire di essere fortunati. Dopo tanto lavoro abbiamo colmato questa lacuna e sicuramente la vita è un po’ meno in salita.
Per tutti quelli che hanno l’abitudine di commentare senza riflettere con frasi del tipo:
– non parla perché è pigro
– non parla perché è timido
– non frequenta abbastanza gente
– è colpa tua (genitore) per una serie di motivi vari ed eventuali
– anche il figlio del nipote del cognato del mio vicino non ha parlato fino a X anni ma poi non ha smesso più…
Tenete per voi queste idee e magari cercate di evolvervi e capire che cos’è la neurodiversità, il funzionamento differente. E ricordate un trucco che funziona sempre: se non avete niente di utile e costruttivo da dire, tenete i vostri pensieri per voi stessi.
Ai genitori che invece devono convivere con questa difficoltà posso dire soltanto provate tutte le terapie ufficiali (Logopedia, ABA, linguaggio dei segni e PECS). Non arrendetevi al silenzio e fatevi aiutare sempre da professionisti certificati.